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Immagine del redattoreFabrizio Quintili

Le caratteristiche di un master professionale in coaching

Aggiornamento: 22 ago


Un potenziometro settato su "max"
Trovare una preparazione professionale seria è il primo passo per accedere al mondo del coaching

Qual è il modo migliore per trasformare un allievo in un coach professionista?


Ossia, come formarsi nel coaching a livello professionale? La cosa più importante, a mio avviso, è che alla base della formazione ci sia un progetto dettagliato delle competenze che il professionista deve saper esercitare per poter erogare una prestazione di qualità al cliente finale.


Parlo, cioè, di un modello di competenze ben definito, testato negli anni e nel mondo, su un gran numero di clienti, attraverso una ricerca sufficientemente solida. Un modello di competenze che specifichi le azioni che un coach professionista deve saper fare.


Il modello di competenze è l'ingrediente principale per una formazione efficace.

Questo a monte.


Ma è importante che a valle, ossia alla fine del percorso chi ha costruito il progetto del "professionista ideale" si occupi di verificare, con prove teoriche e pratiche sufficientemente approfondite, che l'allievo sappia effettivamente mettere in pratica il modello di competenze appreso.


Tra il momento iniziale e quello finale, poi, ci deve essere sicuramente un'adeguata e solida teoria, e soprattutto tanta pratica. Anzi, meglio se la parola "tanta" è trasformata in un numero preciso di ore di volo.


Insomma, sto parlando di un processo standardizzato che necessariamente, per essere efficace, deve essere anche opportunamente supervisionato da chi l'ha creato.


Di che cosa sto parlando? O meglio, di chi sto parlando? Sto parlando di ICF, cioè dell'International Coaching Federation.


Parlo di ICF perché è l'associazione professionale di cui faccio parte e che conosco personalmente.


L'International Coaching Federation è la più grande associazione professionale di coaching nel mondo e in Italia.

ICF è la più grande associazione professionale di coaching, nel mondo e in Italia.


Ha elaborato un profilo preciso e dettagliato di cosa deve saper fare un coach (modello delle competenze chiave) e di quali valori e norme di comportamento (Codice Etico) deve rispettare un associato.


ICF rilascia alle scuole di coaching che ne fanno richiesta un accreditamento dei programmi e delle modalità di esame. L'audit dell'associazione è molto dettagliato e rigido, affinché possa essere certa che chi eroga programmi con il suo “bollino di qualità” rispetti alla virgola quanto progettato.


Come si riconosce una scuola accreditata da ICF?


I livelli di accreditamento di ICF sono due:


• un livello base, contraddistinto dalla sigla Approved Coaching Specific Training Hours

(ACSTH)

• un livello avanzato, contraddistinto dalla sigla Accredited Coaching Training Program (ACTP).


Senza entrare nei tecnicismi, significa che ICF ha valutato che docenti, programmi didattici, metodi didattici, materiali didattici, di quella scuola sono in linea perfetta con l’idea di coaching, il profilo professionale, i valori e gli standard etici che ICF divulga.


E quali sono i vantaggi nel frequentare una scuola accreditata?


Ecco un elenco di alcuni dei vantaggi:

• garanzia dell’efficacia dei modelli didattici

• garanzia di docenti preparati e professionisti (cioè che vendono coaching e fanno coaching per professione)

• presenza di un numero di ore di allenamento alla pratica del coaching sufficiente a formare un professionista

• verifica rigorosa dell’apprendimento degli allievi

• approccio etico

• garanzia che il superamento dell’esame finale è realmente predittivo della capacità di fare coaching ad un livello di qualità perlomeno sufficiente.


Ma non è finita qui: chi frequenta una scuola di coaching accreditata ha un percorso abbreviato per potersi iscrivere all’associazione e conseguire le credenziali (il “bollino”) che attestano il proprio livello di expertise e competenza.



I livelli di expertise definiti da ICF


Avrete sentito nominare alcune di queste sigle: ACC, PCC, MCC.


Ma cosa significano?


Identificano tre livelli di esperienza e di competenza differenti del coach.


Sostanzialmente torniamo alle tre macro aree (per intenderci) base, intermedio, avanzato:

Accreditated Certified Coach (ACC) = base

Professional Certified Coach (PCC) = intermedio

Master Certified Coach (MCC) = avanzato


Si distinguono sia per il numero di ore di coaching erogato ai propri clienti, sia per la qualità del proprio coaching.


Perché chi ha frequentato una scuola accreditata ha un percorso abbreviato per potersi iscrivere e frequentare ICF?


Semplicemente per i motivi di cui sopra: chi frequenta una scuola accreditata è stato già valutato rigorosamente sulla sua capacità di fare coaching, e di conseguenza non è necessaria una seconda verifica pratica.


La formazione continua è l'ingrediente principale per raggiungere standard elevati nella professione di coach.

L’importanza della formazione continua e della supervisione


L’ultimo e più importante punto, a mio avviso, è la garanzia della formazione continua.


Tutte le professioni, ma ancor più le professioni di supporto, hanno bisogno di formazione continua dei professionisti. Non basta frequentare una scuola, non basta praticare. È necessario accrescere sempre di più le proprie competenze, mettersi in gioco, fare percorsi di mentoring e supervisione.


Tutto questo è il motivo per cui è utile frequentare un’associazione professionale.


ICF eroga regolarmente incontri formativi e master class, con professionisti eccellenti e testimonial di eccezione.


Dunque, chi vuole fare questa professione, è allertato: se si vuole perseguire l’eccellenza, frequentare un master è solo il primo passo di un percorso che non finirà mai.


E questo, per chi la pratica con passione, è una fonte inesauribile di piacere, perché non si finisce mai di imparare.


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