Hai mai avuto la sensazione che, nonostante tutti i tuoi sforzi per cambiare qualcosa nella tua vita, ci fosse qualcosa di più profondo che ti tratteneva? Come se stessi cercando di cambiare la direzione di una nave agendo solo sul timone, mentre la corrente sotterranea continuava a trascinarti altrove?
Questa metafora ci introduce all'utilissimo modello dei livelli neurologici di Robert Dilts, uno strumento che nel coaching utilizzo spesso per aiutare i miei clienti a navigare il complesso oceano del cambiamento personale e professionale.
Dilts, uno dei pionieri della Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), ha introdotto questo modello nel suo libro "Changing Belief Systems with NLP" (1990). Personalmente considero il mio approccio di coaching distante dal modello PNL, ma se penso che uno strumento sia utile non esito ad integrarlo. Questo è il caso.
Il modello afferma che il nostro comportamento e la nostra esperienza sono organizzati in una gerarchia di livelli, ciascuno dei quali influenza quelli sottostanti e viene influenzato da quelli superiori.
Ma perché questo modello è così rilevante nel coaching?
Perché ci offre una mappa per navigare la complessità del cambiamento umano. Ci permette di identificare a quale livello si trova il "blocco" che impedisce il cambiamento desiderato e di intervenire in modo mirato ed efficace.
Vediamo nel dettaglio questi livelli, partendo dal basso:
ambiente: il contesto esterno in cui agiamo;
comportamenti: le azioni specifiche che compiamo;
capacità: le competenze e le strategie che utilizziamo;
convinzioni e valori: ciò in cui crediamo e ciò che riteniamo importante;
identità: chi pensiamo di essere;
scopo: il nostro senso di appartenenza a qualcosa di più grande.
Facciamo alcuni esempi concreti per ciascun livello.
Nel contesto aziendale, un manager potrebbe voler migliorare le performance del suo team. A livello di ambiente, potrebbe considerare il layout dell'ufficio o gli strumenti di lavoro. A livello di comportamenti, potrebbe focalizzarsi sulle pratiche di comunicazione. Le capacità potrebbero riguardare le competenze di leadership, mentre le convinzioni potrebbero includere la fiducia nel potenziale del team. L'identità potrebbe essere "sono un leader ispiratore" e lo scopo potrebbe essere "contribuire al progresso della mia azienda e della società".
Nello sport, prendiamo un atleta che vuole migliorare le sue prestazioni. L'ambiente potrebbe essere il campo di allenamento, i comportamenti le tecniche specifiche dello sport, le capacità la resistenza fisica e mentale. Le convinzioni potrebbero riguardare la fiducia in se stessi, l'identità potrebbe essere "sono un campione", e lo scopo potrebbe essere "ispirare gli altri attraverso lo sport".
Nel life coaching, una persona potrebbe voler migliorare le proprie relazioni. L'ambiente potrebbe essere costituito dai luoghi di socializzazione, i comportamenti le abilità di comunicazione, le capacità l'intelligenza emotiva. Le convinzioni potrebbero riguardare il valore dell'empatia, l'identità potrebbe essere "sono una persona che si prende cura degli altri", e lo scopo potrebbe essere "creare connessioni significative con gli altri".
Ma come lavoriamo su questi livelli nel coaching? Ecco alcune domande che potrei porre per ciascun livello:
ambiente: "Quali cambiamenti nel tuo ambiente potrebbero supportare il tuo obiettivo?"
comportamenti: "Quali azioni specifiche potresti intraprendere per avvicinarti al tuo obiettivo?"
capacità: "Quali competenze dovresti sviluppare per raggiungere il tuo obiettivo?"
convinzioni e valori: "Quali convinzioni ti supportano nel raggiungimento del tuo obiettivo? Quali potrebbero ostacolarti?"
identità: "Chi devi sentire di essere per raggiungere questo obiettivo?"
scopo: "Come si allinea questo obiettivo con il tuo senso più ampio di scopo nella vita?"
Un aspetto cruciale di questo modello è l'interazione tra i livelli.
Un cambiamento a un livello superiore influenzerà automaticamente i livelli inferiori, mentre un cambiamento a un livello inferiore potrebbe non essere sufficiente se non supportato dai livelli superiori.
Descrivo brevemente un caso per illustrare come utilizzo questo modello nel mio lavoro di coaching. Maria (nome di fantasia) è una manager di medio livello che iniziò un percorso con me perché desiderava un salto di qualità nelle sue modalità manageriale. Inizialmente, si concentrava sul migliorare le sue competenze tecniche (capacità) e sul lavorare più ore (comportamenti).
Tuttavia, esplorando i livelli superiori, emerse che Maria aveva una convinzione limitante: "Non sono abbastanza brava per essere un top manager" (convinzioni). Questa convinzione influenzava la sua identità: "Sono una buona esecutrice, non una leader" (identità).
Lavorando su questi livelli, Maria ha potuto riformulare la sua identità in "Sono una leader in crescita" e sostituire la convinzione limitante con "Sto costantemente imparando e migliorando le mie capacità di leadership". Questi cambiamenti ai livelli superiori hanno naturalmente influenzato i suoi comportamenti e le sue capacità, portandola a cercare opportunità di leadership e a sviluppare nuove competenze.
È importante notare che, mentre questo modello è estremamente utile, non è privo di limiti.
Non tutti i problemi si adattano perfettamente a questa gerarchia e talvolta i confini tra i livelli possono essere sfumati. Inoltre, è fondamentale utilizzarlo come uno strumento flessibile, non come una rigida struttura da imporre al cliente.
In conclusione, il modello dei livelli neurologici di Dilts offre una potente lente attraverso cui esaminare il cambiamento personale e professionale. Ci ricorda che il cambiamento duraturo spesso richiede interventi a più livelli e che lavorare sui livelli superiori può avere un impatto profondo e duraturo.
E tu, a quale livello pensi di dover lavorare per raggiungere i tuoi obiettivi? Riflettere su questa domanda potrebbe essere il primo passo verso un cambiamento significativo e duraturo.
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