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Oltre i sogni: come il coaching ci aiuta a concretizzare le ambizioni

Aggiornamento: 20 lug

"La cosa più importante per raggiungere un obiettivo è... avere un obiettivo da raggiungere".

Una persona guarda la vetta della montagna
Dai sogni agli obiettivi

 

Questa frase è nata dalle tante lezioni che ho tenuto sul goal setting e sul perché è così centrale nel coaching. Anzi, direi che come coach noi siamo esperti nel facilitare il processo di goal setting e che questo è anche il motivo principale per cui le persone trovano utile il coaching.

 

"Avere un sogno non significa avere un obiettivo"

Questo aforisma, apparentemente tautologico, nasconde una profonda verità: avere un sogno non significa avere un obiettivo. Nell'immaginario comune, invece, spesso queste due cose coincidono, motivo principale per cui i progetti e le ambizioni vengono abbandonate dopo i primi tentativi.

 

Un sogno è una visione, un desiderio. Un obiettivo, invece, è qualcosa di concreto, misurabile, con una scadenza definita. Non basta avere un sogno per realizzarlo. Il segreto è trasformarlo in una serie di obiettivi concreti e misurabili. E qui entra in gioco il coaching, che attraverso il processo di goal setting aiuta le persone a compiere questa trasformazione, per nulla scontata.

 

Ma cos'è esattamente il goal setting e perché è così importante nel coaching?

 

Il goal setting è un processo strutturato che aiuta a definire obiettivi chiari, specifici e raggiungibili a partire, appunto da un sogno, un desiderio, una vision (termini più o meno equivalenti per l'economia di questo articolo). Le sue origini risalgono agli anni '60 nell'ambito della psicologia. Fu lo psicologo Edwin Locke a iniziare gli studi sulla relazione tra obiettivi e performance lavorative. Successivamente, Gary Latham ampliò questi studi, portando alla formulazione della Goal Setting Theory.

 

Il coaching ha mutuato questa tecnica riconoscendone l'efficacia nel supportare le persone a raggiungere i propri obiettivi personali e professionali.

 

Secondo la Goal Setting Theory, obiettivi ben definiti e sfidanti portano a performance migliori rispetto a obiettivi vaghi o troppo facili. Ma non basta. Gli obiettivi devono essere anche specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporalmente definiti (SMART).

 

Nel coaching, il processo di goal setting si articola tipicamente in quattro step, che differiscono per il livello di concretezza e possibilità di realizzazione:

 

1. DREAM GOALS

2. OUTCOME GOALS

3. PERFORMANCE GOALS

4. PROCESS GOALS

 

Vediamole nel dettaglio.

 

1. DREAM GOALS

 

I Dream Goals sono i sogni, le aspirazioni più grandi. Sono quelli che ci fanno brillare gli occhi, che ci danno la carica, la motivazione a intraprendere un'avventura.

 

Esempio nello sport: "Voglio vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi!".

Esempio in azienda: "Voglio che la mia azienda diventi leader di mercato nel settore green tech".

 

La vision, i desideri, i sogni sono importanti perché definiscono la direzione generale, ma sono anche troppo vaghi e distanti per essere realizzabili. Soprattutto, non dipendono esclusivamente e direttamente dalle azioni che faremo noi e dalle decisioni che prenderemo (contrariamente al “volere è potere” che nel senso comune vorrebbe riassumere magicamente tutte le storie di successo). Ma al fondamentale parametro della controllabilità dovrò dedicare un altro articolo.

 

2. OUTCOME GOALS

 

Gli Outcome Goals sono più concreti e misurabili, derivati dai Dream Goals. Rappresentano un gradino di concretezza successivo al Dream Goal. Anche in questo caso non siamo ancora nell’ambito della controllabilità totale, che è quella che stiamo cercando attraverso i passaggi del processo.

 

Esempio nello sport: "Voglio qualificarmi per le Olimpiadi entro i prossimi due anni".

Esempio in azienda: "Voglio che la mia azienda raggiunga una quota di mercato del 30% nel settore delle energie rinnovabili entro 5 anni".

 

Questi obiettivi sono più tangibili dei Dream Goals, ma ancora non ci dicono "come" raggiungerli.

 

3. PERFORMANCE GOALS

 

I Performance Goals si concentrano sui risultati specifici che dobbiamo ottenere per raggiungere gli Outcome Goals. Sono misure concrete delle nostre prestazioni, in breve sono veri e propri KPI.

 

Esempio nello sport: "Voglio migliorare il mio record personale nei 100 metri di 0,2 secondi entro i prossimi 6 mesi".

Esempio in azienda: "Voglio aumentare le vendite del 20% nel prossimo trimestre".

 

Questi obiettivi ci danno dei benchmark chiari per misurare i nostri progressi.

 

4. PROCESS GOALS

 

I Process Goals sono gli obiettivi che cerchiamo di individuare perché sono totalmente sotto il nostro controllo e, per tale motivo, gli unici che vale la pena di perseguire perché veramente raggiungibili. Si concentrano sulle azioni quotidiane che dobbiamo compiere per raggiungere i Performance Goals. E devono essere completaemente allineati a questi.

 

Esempio nello sport: "Mi alleno 5 giorni a settimana, dedicando 2 ore alla tecnica di partenza".

Esempio in azienda: "Faccio 10 chiamate di vendita al giorno e tengo 2 webinar formativi a settimana".

 

Questi obiettivi sono fondamentali perché ci dicono esattamente cosa fare ogni giorno per avvicinarci al nostro sogno.

 

Ma perché questo processo è così importante nel coaching?

 

Anzitutto, il goal setting aiuta a passare dal desiderio all'azione concreta. Molte persone hanno sogni e aspirazioni, ma faticano a tradurli in passi concreti. Il coaching, attraverso il goal setting, supporta proprio questa transizione.

 

Inoltre, il goal setting incrementa la motivazione e la persistenza. Quando abbiamo obiettivi chiari e misurabili è più facile mantenere la concentrazione e superare gli ostacoli. Ci permette di vedere i progressi, anche piccoli e questo alimenta la nostra motivazione.

 

Il goal setting aiuta anche a gestire meglio il tempo e le risorse. Sapendo esattamente cosa dobbiamo fare (Process Goals), possiamo organizzare meglio le nostre giornate e settimane.

 

Infine, il goal setting aumenta l'autoefficacia. Raggiungendo piccoli obiettivi quotidiani (Process Goals), incrementiamo la fiducia nelle nostre capacità di raggiungere obiettivi più grandi.

 

Vediamo alcuni esempi di modi inefficaci di esprimere i risultati desiderati (se rimangono espressi così) e di modi efficaci secondo i criteri del goal setting.

 

Inefficace: "Voglio migliorare le mie performance lavorative".

Efficace: "Voglio aumentare la mia produttività del 15% nei prossimi tre mesi, completando in media 5 progetti a settimana invece degli attuali 4".

 

Inefficace: "Un giorno aprirò la mia azienda".

Efficace: "Entro 18 mesi, avvierò la mia startup nel settore e-commerce, con un piano di business dettagliato, un team di 3 persone e un investimento iniziale di 100.000 euro".

 

Come possiamo vedere, un goal setting efficace:

- ha obiettivi SMART (Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Rilevanti, Temporalmente definiti)

- allinea tutti i livelli di obiettivi (dal Dream Goal ai Process Goals)

- include un piano d'azione dettagliato

- prevede momenti di verifica e aggiustamento.

 

In conclusione, il goal setting nel coaching non è semplicemente "fissare degli obiettivi". È un processo strutturato che trasforma i sogni in piani d'azione concreti, aumentando significativamente le probabilità di successo. Come coach, il nostro compito è guidare i clienti attraverso questo processo, aiutandoli a definire obiettivi sfidanti ma raggiungibili e supportandoli nel mantenere la motivazione e la focalizzazione necessarie per raggiungerli.

 

Ricordiamoci sempre: "La cosa più importante per raggiungere un obiettivo è... avere un obiettivo da raggiungere". Ma non un obiettivo qualsiasi, un obiettivo ben definito, misurabile e supportato da un piano d'azione concreto. Questo è il vero potere del goal setting e del coaching.

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