"Cambia la tua vita!", "Diventa la migliore versione di te stesso!", “Diventa libero e autentico!”.
Mi capita spesso di leggere questi slogan accattivanti.
Il marketing del coaching utilizza frasi ad effetto che promettono risultati straordinari e immediati. Ma quanto c'è di vero in queste affermazioni?
In questo articolo, voglio esaminare 10 miti comuni sul coaching, quelle convinzioni errate che circolano e che possono creare aspettative irrealistiche o fuorvianti e, soprattutto, diffondere una immagine distorta della professione.
Come coach ICF, Coaching Psychologist e insegnante in un master sul business coaching, ritengo fondamentale fare chiarezza su cosa sia realmente il coaching e cosa ci si possa aspettare da un percorso serio e professionale.
Senza la pretesa di esaurire il panorama, vediamo insieme questi 10 miti e perché sono lontani dalla realtà del coaching professionale.
1. Il coaching può sostituire la psicoterapia
Questo è probabilmente uno dei miti più diffusi tra i potenziali clienti del coaching e sicuramente il più dannoso. Il coaching e la psicoterapia sono discipline completamente diverse, con obiettivi, metodi e tempi differenti.
Il coaching supporta il cliente nel realizzare risultati e migliorare le performance partendo da una situazione di sostanziale benessere emotivo. Si concentra sul presente e sul futuro, lavorando su obiettivi concreti e azioni specifiche. Il coach evita di esplorare intimamente il mondo interiore del cliente, come invece fa uno psicoterapeuta per intervenire sui disagi emotivi bloccanti. Un coach professionista sa riconoscere quando una persona ha bisogno di supporto psicologico e, in tal caso, indirizza il cliente verso uno psicoterapeuta.
La psicoterapia, invece, si occupa di problematiche emotive che creano un disagio profondo nella vita del paziente. Ha bisogno di esplorare intimamente con il paziente anche episodi del passato per risolvere disagi emotivi profondi. I tempi sono generalmente molto più lunghi e la relazione tra terapeuta e paziente è sostanzialmente diversa da quella tra coach e cliente.
In estrema sintesi, mentre il coaching mira a potenziare le risorse di una persona emotivamente stabile per raggiungere obiettivi specifici, la psicoterapia si occupa di risolvere problemi psicologici che impediscono il normale funzionamento nella vita quotidiana.
2. Il coach dice ai propri clienti cosa fare
"Dimmi cosa devo fare!" è una richiesta che molti clienti fanno inizialmente al proprio coach. Ma il vero lavoro di coaching non consiste nel fornire risposte preconfezionate.
Il coach non è un consulente che offre soluzioni basate su un know-how o sulla propria esperienza. Al contrario, il coach aiuta il cliente a trovare le proprie risposte attraverso domande mirate, riflessioni guidate e tecniche specifiche. L'obiettivo è sviluppare l'autonomia del cliente, non creare dipendenza dal coach.
Il valore del coaching sta proprio nel processo di scoperta e apprendimento che il cliente fa su se stesso, non nell'applicazione di consigli esterni.
3. Il coaching è veloce e produce risultati immediati
Il coaching è un processo che richiede tempo, impegno e costanza. I risultati non sono immediati, ma si costruiscono gradualmente. Un percorso di coaching può durare da 3 a 6 mesi, con sessioni ogni 15-20 giorni. Questo tempo è necessario per permettere al cliente di riflettere, sperimentare nuovi comportamenti e consolidare i cambiamenti.
I "miracoli istantanei" promessi da alcuni approcci di coaching sono irrealistici e spesso controproducenti, creando aspettative magiche.
4. Il coaching è costoso e solo per top manager
Esiste l'idea che il coaching sia un lusso riservato ai top manager o agli imprenditori di successo. In realtà, il coaching può essere utile per chiunque desideri lavorare su di sé e sui propri obiettivi.
Manager, middle manager, studenti, professionisti, artisti, sportivi: il coaching può supportare persone in diverse fasi della vita e con diverse esigenze. L'importante è avere la motivazione a mettersi in gioco e la disponibilità a lavorare su se stessi.
5. Se il coach non ha ricoperto il tuo ruolo nel tuo settore come può aiutarti?
Questo è vero per la consulenza, non per il coaching. Sono due attività diverse, con finalità diverse.
La competenza del coach non sta nella conoscenza specifica del settore o del ruolo del cliente, ma nella capacità di guidare un processo di riflessione, apprendimento e cambiamento. Un buon coach sa fare le domande giuste e utilizzare tecniche efficaci indipendentemente dal contesto specifico in cui opera il cliente.
6. Il coach è un motivatore
"Sei demotivato? Hai bisogno di un coach che ti dia la carica!" Questo è un altro mito molto diffuso, che confonde il coaching con una sorta di cheerleading professionale.
In realtà, il coaching non si concentra sulla motivazione estrinseca (quella che viene dall'esterno), ma aiuta il cliente a connettersi con la propria motivazione intrinseca. Non si tratta di "caricare" il cliente con frasi motivazionali ma di aiutarlo a chiarire i propri valori, obiettivi e desideri profondi.
La motivazione duratura nasce dalla consapevolezza e dall'allineamento tra ciò che facciamo e ciò in cui crediamo, non da spinte esterne temporanee.
7. Il coaching può aiutarti a realizzare qualsiasi obiettivo
Molte delle affermazioni che sento attribuiscono al coaching una certa filosofia del “se vuoi puoi!”, lasciando ad intendere quindi che "con il coaching, puoi ottenere tutto ciò che desideri!". Queste affermazioni creano aspettative irrealistiche e possono portare a delusioni. Il coaching è uno strumento potente, ma non è una bacchetta magica. Ci sono situazioni in cui il coaching non è lo strumento appropriato, come in caso di problemi psicologici, interventi urgenti, assenza di competenze o situazioni che richiedono altri interventi specifici. Inoltre, il successo del coaching dipende in gran parte dall'impegno e dalla disponibilità al cambiamento del cliente. Il coach può fornire supporto e strumenti, ma il vero lavoro lo fa il cliente.
8. Il coaching porta a risultati strabilianti!
Questo è un altro mito fuorviante spesso promosso da un marketing aggressivo e da una certa letteratura. In realtà, il coaching è un processo di sviluppo graduale e personalizzato. I risultati variano da persona a persona e dipendono da molti fattori, tra cui la chiarezza degli obiettivi, l'impegno del cliente, la qualità della relazione coach-cliente e il contesto in cui si opera.
Il coaching può certamente portare a miglioramenti significativi in diversi ambiti della vita personale o professionale. Tuttavia, questi cambiamenti sono spesso il risultato di piccoli passi costanti, nuove prospettive acquisite e azioni concrete intraprese nel tempo, piuttosto che trasformazioni improvvise e straordinarie.
Un coach etico e professionale non promette risultati strabilianti, ma si concentra sul processo di crescita e apprendimento. L'obiettivo è aiutare il cliente a raggiungere i propri obiettivi in modo sostenibile e realistico, celebrando i progressi incrementali lungo il percorso.
È importante ricordare che il valore del coaching non sta solo nei risultati finali, ma anche nel viaggio di auto-scoperta e sviluppo che il cliente intraprende. Spesso, i benefici più duraturi del coaching sono le nuove competenze, la maggiore consapevolezza di sé e la capacità di affrontare le sfide future in modo più efficace.
9. Il coaching serve a cambiare la vita, a liberarsi, a diventare autentici, a diventare migliori (ecc.)
Il coaching non promette (né permette magicamente) di "cambiare la vita" o di creare una versione "migliore" di se stessi, o di vivere “pienamente soddisfatto di chi sei e della tua vita”, semplicemente perché il coaching parte dal momento in cui non c’è nulla da riparare o che non va nel cliente (altrimenti entriamo nel campo clinico). Una maggiore sensazione di autenticità e di libertà non significa che prima il cliente fosse inautentico e intrappolato. Per utilizzare il coaching non bisogna essere insoddisfatti della propria vita, anzi. Ci sono comportamenti e abitudini da integrare magari, ma nulla da correggere in senso ontologico. Piuttosto, è un processo che aiuta le persone a chiarire i propri obiettivi e a lavorare per raggiungerli. Non si tratta di diventare qualcun altro, ma di comprendere meglio se stessi e di allineare le proprie azioni con i propri valori e aspirazioni.
10. Il coaching non è supportato dalla ricerca scientifica
Questo mito nasce da una conoscenza superficiale della ricerca nel campo del coaching. In realtà, negli ultimi decenni, sono stati condotti numerosi studi scientifici sull'efficacia del coaching. Anzi, questo è un trend attuale del coaching in generale (mentre lo è da un po’ per la coaching psychology). Diverse meta-analisi hanno dimostrato che il coaching può avere effetti positivi significativi su performance, benessere, coping e atteggiamenti lavorativi. La ricerca nel campo della psicologia positiva, delle neuroscienze e dell'apprendimento degli adulti fornisce inoltre basi teoriche solide per molte pratiche di coaching.
In conclusione, il coaching è uno strumento utile ma non magico. Offre supporto, struttura e tecniche per la modifica di comportamenti e l’integrazione di nuove abitudini, ma richiede impegno, tempo e un approccio realistico per produrre risultati significativi e duraturi.
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